curiosità:cucina romana ebraica
febbraio 15, 2011La cucina ebraica a Roma è molto presente, non solo nell’ambito delle famiglie, ma anche in quello dei ristoranti, delle trattorie, con negozi specifici di antica data. Segni evidenti della millenaria presenza ebraica in Roma rimangono in certi piatti della cucina romana, arricchita dai notevoli apporti delle tradizioni orientali, importate dai mercanti e dagli artigiani ebrei sin dal x secolo
Tra i piatti più conosciuti della cucina giudaica-romanesca rientrano: i carciofi alla giudia,lo stracotto di manzo, la concia di zucchine e gli aliciotti con l’indivia (sono ricette che ormai si ritengono tipicamente romane, ma partono dalla cucina ebraica).La cucina ebraica è la più antica d’italia; infatti il ghetto ebraico è tra i ghetti più antichi del mondo risale al 1555 ed è quella che più di tutte si è mantenuta fedele a quella elaborata nel ghetto grazie alle donne. Nella storia della cucina italiana gli Ebrei sono fondatori della tradizione romana del cosiddetto “Quinto Quarto”,altrimenti le frattaglie: cervelli, trippe, milza e fegato è il pilastro della cucina romanesca.La cucina romana si rifà alla tradizione ebraica,cucina molto semplice che prevede l’aggiunta di uvetta, pinoli, cannella e chiodi di garofano in alcune preparazioni. In collaborazione con Astrambiente
alcune RICETTE:
CARCIOFI ALLA GIUDIA
ingredienti
12 carciofi
il succo di due limoni
2 bicchieri abbondanti d’olio
sale pepe q. b.
preparazione
togliere le foglie più dure ai carciofi e lasciare il gambo di una lunghezza di circa 3 cm raschiarlo con un coltello dal basso verso l’alto. Metterli a bagno in acqua fresca con succo di limone per non farli annerire. Sgocciolarli bene, allargarli leggermente e condirli con sale e pepe. Far scaldare l’olio in una casseruola, porvi i carciofi con il gambo in alto. Cuocere per mezz’ora circa. Sgocciolarli dall’olio di cottura e servire caldissimi.
BOCCA DI DAMA
ingredienti
4 uova intere e 8 tuorli, 100 gr. di farina, 270 di zucchero, 200 gr. di mandorle, raschiatura di limone
preparazione
Sbollentare e spellare le mandorle, pestarle nel mortaio. Lasciarle asciugare, spruzzarle con un po’ di farina e rimestarle. Battere le uova con lo zucchero a lungo con la frusta, aggiungere le mandorle e lavorare il composto per circa 20 minuti; poi mettere la raschiatura di limone e versare la farina rimestando con delicatezza. Ungere abbondantemente di olio una teglia che contenga il preparato fino ai 3/4 perché cuocendo in forno medio aumenterà di volume. Sfornare e spolverizzare di zucchero.
SCALOPPINE ALLA LATTUGA
ingredienti
500 gr. di fettine magre di vitella, 60 gr. di grasso di vitella, 1 grossa pianta di lattuga, farina, olio, sale, pepe
preparazione
Battere bene la carne ed infarinarla; metterla in padella e farla cuocere a fuoco vivo, mettere sale e pepe. Disporre metà delle fettine in una teglia oleata, coprirle di lattuga ben lavata; di nuovo adagiare l’altra metà delle fettine e coprire con le altre foglie di lattuga. Versare sopra l’olio, un po’ di grasso di vitella ed infornare.
BIANCO MANGI
ingredienti
1 kg. di farina, 100 gr. di burro, 5 cucchiai di olio, 500 gr. di mandorle, 350 gr. di zucchero, 3 uova, 100 gr. di cedro candito,cannella, buccia di limone grattata, olio
preparazione
Fare una pasta molto sottile con farina, due bicchieri di acqua tiepida, burro (o grasso d’oca) e l’olio. Formare una sfoglia molto grande, ungerla di olio, ripiegarla e di nuovo ungerla e ripiegarla fino ad ottenere quattro strati. Tagliare tanti quadrati di circa 12 cm, smussarli agli angoli, metterci al centro un po’ di ripieno (mandorle, zucchero, uova, cedro, cannella, raschiatura di limone). prendere delicatamente due lati al centro, unirli e chiudere il resto stringendo la pasta con le dita. Friggere in olio bollente, scolare e spolverizzare di zucchero.
GUIDE GASTRONOMICHE
febbraio 15, 2011Vi sono varie guide gastronomiche che si possono trovane qualsiasi libreria, Gambero rosso, L’espresso, Michelin. Esiste inoltre una guida delle guide che riflette le linee di tendenze della loro evoluzione.
Il gambero rosso
Da più di 20 anni esiste in Italia una guida gastronomica chiamata Gambero rosso , dove è possibile identificare una vasta gamma dei migliori ristoranti di Roma.
Il gambero rosso contribuisce all’affermazione e alla valorizzazione dei prodotti e dei luoghi di eccellenza del nostro paese.
Infatti, il Gambero rosso offre successo e garanzia ai turisti del gusto, e ai consumatori curiosi.
Il Gambero rosso è anche un attività di formazione amatoriale, professionale e manageriale, oltre ad esercitare ed organizzare grandi degustazioni ed eventi.
Numerosi corsi sono organizzati, per ogni categorie di persone.
LE RICETTE DI ROMA
febbraio 15, 2011Attraverso le diverse tradizioni gastronomiche, possiamo esplorare la realtà di un territorio e la vita dei suoi abitanti. La cucina infatti, con i suoi ingredienti ed i suoi molteplici sapori, rappresenta un vero e proprio linguaggio attraverso il quale si arriva alla reale conoscenza dei diversi popoli.
Spetta infatti alla cucina il compito straordinario di conservare la memoria di incontri, conquiste e dominazioni attraverso piatti tramandati e rivisitati nel tempo.
È curioso vedere come uno stesso ingrediente può trasformarsi in mille e più ricette e come queste abbiano trovato una loro evoluzione naturale attraverso i secoli, ma anche attraverso la rivisitazione delle diverse realtà sociali.
Oggi come allora possiamo dire quindi che il comune denominatore delle tavole, povere o ricche che siano, è la ricerca del gusto oltre che la soddisfazione delle pance.
I grandi passi fatti dalla tecnologia non hanno però cancellato l’esigenza di mantenere intatte quelle che sono le peculiarità delle tradizioni gastronomiche. Tradizioni che ancor oggi fanno da padrone in cucina e che ci permettono di preparare, seppur con ingredienti a volte modificati dalla natura stessa, le stesse ricette che venivano preparate dai nostri avi. Grande importanza ed attenzione si presta infatti ai ricettari ereditati dalle nostre nonne che richiamano oltre che al valore affettivo, anche dei piccoli stralci di storia e tradizioni popolari tipiche dei paesi di origine.
Ad esempio la cucina laziale è rappresentata in gran parte da quella romana nella quale sono convogliate tutte le specialità delle tradizioni culinarie della regione divenendo così un ricco e saporoso riassunto di una gastronomia varia nella quale compaiono apporti di zone confinanti e di altre comunità prima fra tutte quella ebraica che ha lontane radici storiche.
Una cucina che in Roma ha difeso dall’ingerenza delle mode e del turismo – meglio di quanto sia avvenuto in altre zone laziali e in altre regioni italiane – la propria genuinità; a Roma infatti si rispetta il passato, lo si tiene in vita – seppure ovviamente arricchendo e personalizzando tale eredità – perpetuando la schiettezza e la gustosa semplicità di una cucina di estrazione popolare.
La cucina romana può vantare dei piatti molto semplici ed altri più elaborati ma tutte le ricette possono essere realizzate in casa con un po’ di buona volontà, passione ed amore per i buoni sapori della tradizione italiana.
Facciamo un esempio delle più tipiche ricette romane che hanno alle spalle anni e anni di tradizione e che ancora oggi sono ancora sulle nostre tavole.
I Bucatini all’Amatriciana sono uno dei piatti più popolari della cucina romana. Si tratta di un primo a base di pomodoro, guanciale e pecorino e peperoncino. Si tratta di un piatto molto semplice ma che crea il giusto equilibrio tra sazietà e gusto.
Ora vi proponiamo un altro piatto tipico romano, questa volta si tratta di un secondo, cioè il Saltimbocca alla Romana. È un piatto a base di carne di vitello con prosciutto crudo e salvia cotto nel burro e vino bianco.
Questi sono solo due esempi di piatti tipici romani, ma ovviamente ce ne sono molti altri come ad esempio la Gricia, ovvero l’amatriciana in bianco, gli gnocchi di patate che sono un piatto tipico del giovedi, l’abbacchio cosiddetto alla “scottadito” pezzi di abbacchio cotti con l’osso, dal cui nome è facile ricavare il modo di doverlo mangiare: con le dita e, quindi, scottandosi.
Insomma tutti piatti a base di semplici ingredienti che oggi è possibile gustare nelle tradizionali trattorie molto spartane ma accoglienti che sono sparse in giro per la città, all’nterno delle quali è possibile rivivere anche solo per poche ore tutta l’atmosfera della Roma di una volta.